La P maiuscola. Fare politica sotto le parti

Un dialogo con il Presidente dell’Azione Cattolica

Matteo Truffelli, Gioele Anni (edd.)
Editrice AVE, Roma 2018, pp. 144, € 11
Scheda di: 
Fascicolo: gennaio 2019

Il 30 aprile 2017 papa Francesco si rivolgeva in questo modo ai soci di Azione Cattolica (AC), riuniti in piazza San Pietro in occasione dell’anniversario per i 150 anni dalla fondazione dell’associazione: «Mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola!».

Il volume/intervista di Matteo Truffelli, presidente nazionale di AC, prende spunto proprio da quella giornata e dalle parole del Pontefice per offrire alcune indicazioni sul modo con cui l’Azione Cattolica, e più ampiamente la comunità cristiana, sono chiamate a concorrere alla costruzione quotidiana del bene comune nel nostro Paese. Partendo dalla storia e da un passato importante – nei quali l’AC si è sempre spesa in maniera significativa per la crescita materiale e spirituale dell’Italia – Truffelli sottolinea come il compito più importante per i cristiani d’oggi sia quello di tenere unito il Paese, ricucendo il tessuto sociale e ricostruendo relazioni buone e positive, tenendo insieme le diverse generazioni, le classi sociali, le regioni, le differenti istanze e i tanti bisogni presenti.

Rispondendo alle domande di un giovane giornalista, Truffelli si rivolge anche a tutti coloro che chiedono continuamente che l’AC “prenda posizione” sulle questioni urgenti che spesso infiammano il dibattito pubblico: «All’associazione spetta il compito, non meno impegnativo e complesso, di favorire lo sviluppo di quei percorsi di discernimento, di dialogo e confronto di cui avvertiamo tanto la necessità, innescandoli quando occorre, accompagnandoli e sostenendoli sempre, alimentandoli con idee e criteri di giudizio, pur avendo la consapevolezza di non poterne predeterminare l’esito» (p. 59). Non il collateralismo e l’impegno diretto di una volta – fuori tempo e contesto nella vita politica di oggi – ma il desiderio e l’impegno di “aprire discorsi” e “generare processi”, così come chiede papa Francesco, senza avere la pretesa di avere l’ultima parola, ma «coltivando le speranze e i dubbi che nascono da una concezione di bene radicata nella ragione e illuminata dalla fede» (p. 62). L’AC fa proprio uno stile di confronto e dialogo, investendo le proprie risorse e le proprie forze sulla preparazione di politici formati, sulla crescita di cittadini attivi e consapevoli, sulla partecipazione e sul rinnovamento della democrazia: «La prospettiva con cui guardare lo scenario sociale e civile è quello di chi si colloca “sotto le parti”. Non “al di sopra”, come chi giudica la realtà senza immischiarsi. Ma “sotto”, [...] adottando come criterio regolatore del nostro impegno dentro la società quello della difesa e della promozione dei più fragili, degli ultimi» (p. 122). Questo il compito che spetta oggi ai cristiani per costruire una polis più umana, più giusta e più solidale.

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