La mia seconda generazione
Saghar Khaleghpour, Lelio Bonaccorso
Feltrinelli Comics, Milano 2024, pp. 128
Saghar Khaleghpour è nata e
cresciuta a Milano, dove si sono
incontrati i suoi genitori dopo
aver lasciato l’Iran, a causa della
rivoluzione del 1979. Come tanti
altri giovani della “seconda generazione”,
anche Saghar si trova sospesa
tra due Paesi, tra due culture:
«Non sono italiana, ma nemmeno
persiana. Non appartengo a nessun
posto». Queste parole sono
pronunciate dalla giovane protagonista,
al tempo adolescente, in
una delle tavole del graphic novel
autobiografico, in cui racconta se
stessa e il suo rapporto con l’Italia
e con l’Iran. La narrazione – illustrata
in modo delicato ed evocativo
da Lelio Bonaccorso, fumettista
con grande esperienza e autore tra
gli altri di Peppino Impastato. Un
giullare contro la mafia e di Salvezza
– intreccia diversi momenti del
passato e del presente, evidenziati
in modo chiaro dall’uso di due colori
diversi (il giallo ocra e il rosa),
e si muove tra i due Paesi, tra le
due patrie di Saghar. Nelle pagine
dedicate all’Italia, l’attenzione si concentra sulle relazioni con la famiglia, profondamente legata alle origini persiane, sul suo diventare
adulta, sulle traversie burocratiche
perché al primo contatto viene
considerata sempre una straniera.
Nelle tavole in cui si parla dell’Iran,
in particolare quelle sul viaggio
compiuto a Teheran da Saghar
nel 2016, ospite di una zia, emerge
il «bisogno di capire» da dove viene
e il confronto con la dura realtà
quotidiana, in particolare per le
donne, di quanti non sostengono
l’attuale regime. La mia seconda
generazione è così un diario per
parole e immagini del viaggio alla
ricerca di sé compiuto dall’A., unico
perché è in gioco la sua vita e al
contempo universale perché prende
le mosse da un desiderio comune
a ogni persona: trovare il proprio posto nel mondo.
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