«E vissero per sempre felici e contenti». È il finale di ogni fiaba che si rispetti, eppure analisi allarmanti dicono che succede sempre meno. La coppia è in crisi, aumenta il numero delle separazioni e allora — molti sostengono —, se questa è l’ineludibile situazione, almeno aiutiamo queste coppie a separarsi in modo felice e indolore.
L’Autrice del libro che presentiamo si muove in una direzione molto diversa. Paola Bassani, psicologa e psicoterapeuta che da molti anni accoglie, ascolta e accompagna coppie, non è d’accordo: né sull’immagine idilliaca che spesso della coppia viene data dai media, né su questa ineluttabilità della separazione. A questa situazione si è arrivati perché in verità della coppia ci si è occupati poco. «Troppo spesso nella mia esperienza professionale — dice Paola Bassani — vedo eludere e scansare il problema di fondo: la relazione uomo donna è in realtà per me oggi urgente e indispensabile spazio formativo» (p. 144), anche per i figli che oggi guardano alla coppia come luogo specifico e sempre più raro di relazione tra un femminile e un maschile incarnati. Non solo: la coppia è anche luogo politico, dove «soggetti diversi, con culture e storie sconosciute, percorsi e linguaggi differenti possono e vogliono trovare come comprendersi, rispettarsi, patteggiare, mediare, proporre, cambiare e progettare, inventare, creare, generare e innovare insieme» (p. 77). Questa è una grande ricchezza per la società intera.
Il libro non è un manuale per risolvere i problemi di coppia. L’A. non fornisce risposte, ma mette a disposizione del lettore il proprio bagaglio di esperienza, attraverso l’esempio di storie caratterizzate da «inciampi, cadute e volteggi», che spingono alla ricerca di nuovi percorsi, in cui ogni coppia deve sperimentare per sé, ascoltandosi e imparando il proprio passo a due.
Il libro presenta quindi la coppia «come un organismo a sé, non l’impossibile somma di due differenti carnalità, non solo luogo di vicinanza, cura e filiazione; immaginiamola un’identità terza: il corpo di coppia»
(p. 83). I cinque capitoli in cui il volume è articolato trattano quindi la coppia proprio come un essere vivente, che vive in un suo ambiente, del quale prima di tutto occorre prendersi cura. Solo a quel punto si passa a parlare della coppia in sé, della sua fisiologia, delle sue «malattie» e dei «rimedi» che possono aiutarla a guarire.
Il primo capitolo è una sorta di fotografia dell’ambiente in cui la coppia sta vivendo e di cui spesso non riesce a prendere consapevolezza. «Quando lui e lei si ritrovano a sperimentare le fatiche della relazione di coppia, molto spesso sono presi dalla paura e si affannano a cercare cosa fare; solitamente non prendono minimamente in considerazione l’idea che qualcosa di apparentemente esterno a loro, come il clima nel quale vivono, possa avere a che fare con la loro situazione personale» (p. 18). Occorre quindi «bonificare» e curare il terreno dove l’«organismo-coppia» si innesta e cresce.
Nel secondo capitolo l’A. spiega che innanzitutto è importante imparare alcuni atteggiamenti: la consapevolezza che l’ambiente esterno alla coppia la influenza; lo sforzo di conoscere il terreno ove essa cresce e da cui è alimentata; la volontà e il desiderio di imparare, cammin facendo, che cos’è la coppia; la disponibilità a cambiare e crescere senza dare troppe cose per scontate. Imparare cos’è la relazione a due non è semplice in un contesto dove fin da bambini si respirano logiche relazionali utilitaristiche o egocentriche e dove quindi è facile non essere consapevoli che quanto abbiamo respirato diventa parte di ciò che pensiamo e viviamo. «Bonificare il terreno relazionale significa quindi innanzitutto distinguere il “bene relazionale” dal “bene di consumo”, significa depurare il terreno da elementi inquinanti quali l’idea che il desiderare e il possedere cose, così come il regalarle, siano sempre segni di pienezza buona, di amore, di attenzione all’altro» (p. 55).
Le aspettative e le idealità riversate sulla coppia in un tempo in cui si sono svuotate le relazioni di contorno mettono sotto tensione il vivere a due. «Le coppie hanno oggi la ten denza a ripiegarsi su se stesse e pur incontrando apparentemente molta gente; ciò cherisulta determinante all’interno della loro relazione, è la scommessa pressoché esclusiva sullo scambio a due: ma non bastano due persone per rendere felice una coppia» (pp. 57-58).
Nel terzo e nel quarto capitolo, l’ambito di osservazione si sposta sull’«organismocoppia» in sé, sulla sua fisiologia e la sua patologia: «come ogni organismo vivente, anche l’organismo-coppia ha una sua specifica individualità e uno specifico sviluppo psico-fisiologico» (p. 84). «Nel seme di coppia ci sono potenzialmente tutti gli elementi vitali necessari alla sua crescita: lo scheletro di valori, la muscolatura capace di tenderli, il sistema nervoso, la pelle che tutto o quasi contiene, cuore, polmoni» (p. 86), ma diverso è il momento della nascita di una coppia dalle sue fasi successive di sviluppo: l’innamoramento è un tempo particolare che forse è tale anche per spingere ad affrontare il cammino a due, ma «la crescita evolutiva della coppia dipende in gran parte dalla capacità di affrontare, attraversare e rispettare inattese e diverse esigenze, di cambiare passo a seconda del terreno, del clima, della stanchezza e del respiro dei due» (p. 90). Saper riconoscere i sintomi che vengono dalle diverse parti dell’organismo-coppia è importante e frutto di conoscenza e ascolto: non tutto è un problema di cuore, a volte sono sopite tensioni legate all’uso del denaro, a ringraziamenti mancati, a una presenza data per scontata, oppure, «a volte può trattarsi di disturbi che hanno origine da ferite antiche non adeguatamente curate […] il cui disagio si manifesta in modo specifico nelle crisi patologiche» (p. 93).
Sopraggiunge così il conflitto. L’«organismo-coppia», prima in perfetta sintonia, fa esperienza della delusione legata alla realtà della vita a due, da cui neppure anni di convivenza mettono al riparo: ogni tempo dello stare insieme richiede una specifica crescita e spesso ci si scontra con eventi più destabilizzanti di quanto si prevedeva. Infatti «ogni coppia si forma in base a una serie di incastri apparentemente perfetti, alleanze profonde e inconsapevoli collusioni, per cui quello che manca all’uno viene compensato dall’altro e questo permette di solito di attraversare la fisiologica delusione che accompagna la fine dell’innamoramento. […] E la differenza, prima al servizio della relazione, comincia a svelarsi come problematica distanza. […] la delusione è vissuta come inciampo ingannevole» (pp. 96-97). Ma la crisi è parte fisiologica di ogni cammino di coppia e «diventa, in questa fase, decisiva la personale competenza ad ascoltare e riconoscere l’alterità che ognuno è» (p. 99). Occorre talvolta riconoscere che il cammino a due compiuto fino a un determinato momento è stato un fallimento. Anche questa parola, «fallimento», insieme a «conflitto», viene in genere espunta dal vocabolario della coppia. Li si ritiene vocaboli inconciliabili con il grande progetto ideale che si era sognato per la propria vita a due, ma «il fallimento relazionale in realtà può diventare un’occasione privilegiata […] un’esperienza di rinascita personale e di coppia» (p. 102).
Oltre a tutti gli aspetti che sono costituenti fisiologici, l’«organismo-coppia» può ammalarsi e necessita quindi di essere curato principalmente da coloro che lo conoscono meglio, cioè dai due partner. Un punto chiave, nel quarto capitolo, è quello del tradimento imprevisto e inatteso, che irrompe senza apparenti segnali di disagio relazionale, indice però di una coppia profondamente malata. «Il tradimento, fino a qualche anno fa generalmente nascosto e relegato nell’ambito della sfera personale e lì masticato e deciso, viene oggi sempre più portato all’organismo-coppia, come a chiedergli più o meno consapevolmente di diventare luogo di elaborazione e di contenimento» (p. 162). La coppia viene allora trattata senza alcun rispetto, come un luogo dove riversare le proprie mancanze di responsabilità verso il partner e «la parola vomitata […] consente un alleggerimento deresponsabilizzante, evita la conflittualità interna e l’elaborazione di un pensiero personale, scaricando totalmente sull’organismo-coppia ogni peso emotivo»
(p. 163). Ma «stare con il dolore, ascoltare la disistima, la vergogna, l’umiliazione, il senso di inadeguatezza, contattare le proprie fragilità, sono tra le esperienze più difficili che l’essere umano possa incontrare» (p. 193) e «la richiesta di perdono in parole incarnate si fa passo indispensabile» (p. 199). Per questo, è necessario del tempo e non sempre si riesce a perdonare, e se pure ci si arriva, «non sempre il perdono, anche se vero e profondo, si traduce in cambiamenti relazionali tra i partner» (p. 200). Tuttavia, quando si trova il passo lento e uguale della riconciliazione autentica, è possibile riuscire a raggiungere le «cime alte dell’amore e oltre, [la] nascita di una nuova coppia che ha infine il desiderio di rinnovarsi nella sua promessa» (ivi).
Paola Bassani, in modo semplice, discreto e accorato, riesce così ad affrontare il tema dell’evoluzione della coppia muovendosi con la delicatezza di chi, per tanti anni, ha saputo prendersene cura come di un essere vivente a tutti gli effetti.