La cenerentola ambientale

Chiara Tintori
L’inquinamento acustico è per molti versi la cenerentola ambientale, cioè un tipo di inquinamento che molto di rado "buca" mediaticamente e che non incontra da parte dei decisori politici l’attenzione che meriterebbe. 

Di che cosa parliamo? Ci riferiamo a tutto quel rumore che provoca fastidio, disturbo al riposo, alle attività umane e che danneggia la nostra salute (oltre agli ecosistemi). L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che la popolazione non deve essere esposta a più di 65 decibel (dB) di giorno e 55dB durante la notte. Quali sono i rischi maggiori se si superano questi livelli?

Solo per quanto riguarda la nostra salute, l’inquinamento acustico provoca due tipi di danni: direttamente all’apparato coinvolto, con la diminuzione dell’udito; e indiretti, tra cui l’aumento della pressione arteriosa, della frequenza respiratoria, alterazioni del sistema nervoso centrale. In estrema sintesi l’esposizione al rumore è fonte di stress e incide negativamente anche sullo svolgimento di alcune attività, come quelle intellettuali, e sul sonno.

Le principali sorgenti dell’inquinamento acustico sono il traffico stradale, ferroviario e aereo; le attività commerciali, artigianali e industriali; gli elettrodomestici presenti nelle abitazioni.

Esattamente un anno fa l’Agenzia europea per l’ambiente ha pubblicato un Rapporto dal quale emerge che i trasporti sono la prima fonte di rumore: nel Vecchio continente circa 100 milioni di persone sono esposte a rumore da traffico stradale superiore a 55dB (32 milioni superiori a 65dB); 19 milioni di persone subiscono rumori da traffico ferroviario superiore a 55 dB.  

In Italia, a conferma di un'attenzione insufficiente sul tema dell’inquinamento acustico, non disponiamo di statistiche aggiornate e affidabili, effettuate da enti terzi indipendenti, se non su scala locale. A Milano, ad esempio, un recente monitoraggio mostra che il 42% dei residenti è esposto a rumori superiori a 65dB di giorno (50dB di notte); il 20% ne subisce più di 70dB di giorno (o 60dB di notte).

Tantissimo resta da fare: prima di tutto per sensibilizzare i cittadini su un tipo di inquinamento tutt’altro che innocuo (ammesso che ne esistano); in seconda battuta per incentivare le soluzioni innovative che possono contenere il rumore provocato dal traffico stradale, come l’utilizzo di veicoli elettrici, la riduzione dei limiti di velocità, la preferenza per asfalti fonoassorbenti. 

L’inquinamento acustico è inodore e invisibile, ma si sente.. Speriamo di prestargli più ascolto!




9 aprile 2018
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