L'eclissi della borghesia

Giuseppe De Rita - Antonio Galdo
Laterza, Roma-Bari 2011, pp. 90, € 14
Scheda di: 
Fascicolo: luglio-agosto 2012
Una poltrona vuota. È quella che campeggia sulla copertina di questo agile saggio confezionato a quattro mani dal fondatore e presidente del CENSIS Giuseppe De Rita e dal giornalista e scrittore di cose economiche Antonio Galdo. Uno scranno vuoto, dunque, lasciato tale dalla borghesia italiana, gruppo sociale la cui eclissi, secondo gli AA., sarebbe fra le cause principali del declino del Belpaese. Un fenomeno non esclusivo (vi sarebbe soggetta la gran parte dei Paesi dell’Occidente), ma che nello Stivale ha assunto – specie sotto la spinta del soggettivismo e del relativismo etico del ventennio berlusconiano – tratti più marcati e profondi, tali da mettere a rischio la sua permanenza nel ristretto novero dei Paesi sviluppati. Ma cos’è la borghesia? La risposta a tale domanda è decisiva per gli stessi confini sfuggenti di una “categoria” venuta definendosi specialmente nell’Ottocento con un’accezione di tipo economico (come contraltare del proletariato), ma profondamente modificatasi nel secolo scorso, all’indomani del secondo conflitto mondiale e sull’onda del nuovo capitalismo di matrice consumistica. Per i due AA., che ne accentuano maggiormente gli aspetti sociopolitici, borghesia è sinonimo di classe dirigente, di élite, distinta – e vieppiù marginalizzata – da quel ceto medio cresciuto a dismisura a partire dagli anni ’60 del ’900. Una minoranza, dunque, ma decisiva, in grado di indirizzare il sistema, di andare oltre il “particolare” e, dunque, di tenere d’occhio il bene comune. E la cui eclissi, pertanto, risulta pericolosa per le sorti di un Paese. Con un’analisi attenta e documentata, De Rita e Galdo scavano nelle trasformazioni economiche, politiche e sociali che hanno cambiato volto all’Italia e l’hanno invischiata in un presente di immobilismo, cinismo, indifferenza e soggettivismo. Vizi che solo il ritorno del “noi” in luogo dell’“io”, il “gusto del collettivo” e l’etica della responsabilità potranno sconfiggere, aprendo squarci di futuro fra le nubi.
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