L'amica geniale

Saverio Costanzo
MIniserie in 32 episodi, Italia 2017-2018, Prodotta da Wildside e Fandango, in collaborazione con HBO e Rai Fiction.
Scheda di: 
Fascicolo: gennaio 2019

La fiction tratta dalla serie di romanzi di Elena Ferrante, in onda da poche settimane, sta avendo un boom di successi. La storia dell’amicizia di una vita che lega Lila e Lenù fin dalla prima elementare è certamente il filo portante dell’intera vicenda, ma il romanzo, così come l’abile ricostruzione scenica fatta dal regista Saverio Costanzo, vivono e respirano anche grazie a due altri fattori fondamentali: la città di Napoli, che insieme alle due protagoniste cresce e si modifica nel corso dei decenni, dal 1950 fino ai giorni nostri, e le persone che la popolano e con cui interagiscono le due donne.

Napoli cresce insieme a Lila e Lenù a cerchi concentrici, che si allargano via via che le protagoniste si inoltrano nell’età adulta. Dalla piazzetta del rione intorno ai giardinetti siamo portati a conoscere le vie appena fuori del quartiere, poi il centro, il mare, Ischia, in una girandola di suoni, profumi e colori che rendono il dipinto della storia sempre più vivo e percepibile agli occhi dello spettatore. Questa cornice è come un’orchestra immaginaria dove si pone il coro dei personaggi secondari della vicenda, che come in un dramma greco interagiscono ora tutti assieme ora uno alla volta con le protagoniste, facendo loro da controcanto. La vita del rione dove crescono le bambine è infatti un intrecciarsi complesso di relazioni – solidali o crudeli, di stampo camorristico o dettate dal potere dei soldi –, che costituiscono il tessuto sociale che alimenta la vita di tutti.

Spicca prepotente il fatto che queste relazioni, di qualunque genere siano, restino comunque sempre forti: tutti si conoscono, tutti sono al corrente delle necessità di ciascuno, e sono in particolare le figure femminili a orientare e declinare queste relazioni verso la solidarietà o l’ostilità più aperta. Quando nelle prime battute della fiction una delle donne del rione, Melina Cappuccio, rimane vedova, scatta la solidarietà per aiutare lei e i figli a tirare avanti, dividendo il poco che c’è tra famiglie a loro volta in povertà. Ma la solidarietà muta presto in risentimento e ostilità, quando Melina si innamora di Donato Sarratore, padre di famiglia che si è prodigato per aiutare la vedova, tanto che alla fine per sottrarsi alle malelingue la famiglia Sarratore si trasferisce altrove, fuori dal rione. Non esiste il rione senza le persone che lo popolano, non esiste strada che sia animata senza che i suoi abitanti la percorrano in lungo e in largo, intrecciando le loro vite. Il nuovo quartiere, moderno e più confortevole, che lentamente sorge nelle zone adiacenti, viene descritto come senz’anima e chi mano a mano va ad abitarci torna inevitabilmente a passeggiare nelle strade vecchie dove si sente a casa. Perché non esiste luogo che possa essere chiamato casa, se non è autenticamente abitato da relazioni vive.

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