Italia sperduta
La sindrome del declino e le chiavi per uscirne
Carlo Donolo
Donzelli, Roma 2011, pp. 167, € 18
La società italiana si è spersa quando è dovuta entrare in un mondo più complesso, più rischioso, meno protetto e meno casereccio. Quando non ha voluto guardare in faccia i problemi che aveva accumulato e ha preferito nascondere la testa nella sabbia delle rendite» (p. IX). Così l’A., docente di Sistemi sociali complessi presso l’Università “La Sapienza” di Roma, introduce l’analisi di un degrado civile e politico che non perde d’attualità, anzi. L’Italia degli ultimi decenni si è affacciata sul mondo globalizzato senza mai corrispondervi una politica adeguata. I cittadini stessi hanno tollerato – quando non favorito – dinamiche malate di disordine e illegalità che il nostro Paese non poteva permettersi, abituandosi a un continuo adeguamento al ribasso di dimensioni tali da rendere difficile un «riordinamento a breve». Alla base l’A. individua una crisi cognitiva (non riconoscere le cose per quello che sono) e una crisi normativa (non riconoscere in massa una regola e seguirla). Chi è incapace di comprendere lo è anche di generare prospettive diverse, quindi «come spezzare il circuito perverso, è questo il problema. Bisogna agganciarsi a tutte quelle esperienze che consentono di rigenerare un po’ di ethos pubblico» (p. 124). Serve un progetto di transizione alla società della conoscenza, come potenziale fattore di sblocco per la catena di cambiamenti necessari. Quelle «chiavi per uscirne» che il libro si propone di illustrare, non senza prima analizzare e capire perché in questa fase italiana abbia dominato «il lato oscuro» del Paese.
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