ArticoloElezioni regionali Lombardia 2023
Intervista a Letizia Moratti
1) La politica vive un periodo di disaffezione crescente, come evidenziato anche dal costante calo dell'affluenza alle urne: perché ha scelto di mettersi in gioco? Quale visione politica anima il suo impegno?
Ho deciso di candidarmi alla guida della Lombardia, dopo aver visto, in un anno e mezzo di assessore alla Sanità, le molte criticità della Regione in vari settori: da almeno dieci anni, la Lombardia ha smesso di crescere. Quando sono arrivata, ho trovato una situazione disastrosa. Non voglio tornare sulle polemiche di quel difficle periodo, legate all’emergenza Covid. Ma solo per fare un esempio, non era neppure disponibile una reale mappatura delle liste d’attesa, per i ricoveri e per le visite specialistiche. La mia impressione è che tutti gli assessori lavorassero per conto proprio, con la logica del “silos”, senza che nessuno si incaricasse di dare al lavoro della Giunta una direzione di insieme. Eppure molte materie sono, per loro natura, inseparabili, come nel caso tipico di turismo e cultura. Il mio impegno è stato sempre legato a situazioni difficili e ho saputo ottenere risultati concreti. Non vi dico che situazioni critiche ho trovato, quando sono stata chiamata alla presidenza della Rai e al ministero dell’Istruzione. Da sindaco di Milano ho saputo conquistare Expo 2015, con le olimpiadi invernali di Milano-Cortina dobbiamo assolutamente bissare quel risultato.
2) Secondo lei, quali sono gli elementi che condizionano la qualità della vita dei cittadini in Lombardia? Quali azioni ritiene necessarie per migliorarla?
In una regione come la Lombardia, una delle più ricche d’Europa, vi sono troppe sacche di povertà. L’inflazione si mangia i salari, molti giovani non trovano lavoro o sono pagati troppo poco. Dobbiamo superare il mismatch fra domanda e offerta di lavoro, con una lotta senza quartiere alla dispersione scolastica. Nessun giovane deve uscire dalla scuola senza almeno un diploma di apprendistato. Gli abitanti delle città, in primo luogo Milano, sono alle prese con una pessima qualità dell’aria, inquinata e pericolosa. I pendolari scontano tutti i giorni la gestione cattiva dei treni regionali da parte di Trenord (un servizio che noi vogliamo mettere a gara). Vi sono famiglie in difficoltà per i costi esorbitanti degli immobili e delle locazioni, un problema che provoca anche l’espulsione di commercianti e artigiani dai centri urbani. Gli agricoltori si scontrano con il problema della siccità. Alle liste d’attesa in sanità ho già accennato. Potrei continuare a lungo. Su tutti questi problemi e molti altri ancora, abbiamo elaborato un programma dettagliato, di 130 pagine, in cui tutte le criticità sono affrontate. Nel programma di Fontana, una ventina di paginette, non ne viene citata neppure una sola.
3) Quale idea ha dello sviluppo del territorio lombardo, e quali strategie ha in mente per promuoverlo?
Noi vogliamo lanciare un piano internazionale di marketing territoriale, con dei grandi “Road Show” nelle più importanti città del mondo, volto a valorizzare le tante eccellenze dei territori lombardi e a favorire l’esportazione dei prodotti delle nostre aziende manifatturiere. I nostri paesaggi e i centri storici devono attrarre più turisti, italiani e stranieri. La nostra agricoltura fornisce cibo e vino di assoluta qualità, e sono enormi le potenzialità di questo settore, che può fare crescere anche il turismo enogastronomico. Poi non bisogna dimenticare che sono in arrivo 11,5 miliardi del PNRR, che verranno gestiti da Regione e Comuni nelle infrastrutture, nei trasporti e nel digitale. Le imprese, i lavoratori, i commercianti e gli artigiani lombardi devono sapere che dal 13 febbraio avranno una Regione schierata al loro fianco per fare crescere l’economia e la qualità della vita.
4) A causa delle diverse crisi che il nostro Paese sta attraversando, un numero crescente di persone vive in condizioni di disagio economico e sociale. Secondo lei, quale può essere la chiave per ricostruire la coesione sociale in Regione Lombardia?
In parte ho già risposto più sopra. Bisogna intervenire sulla formazione, perché è assurdo che le aziende non trovino manodopera qualificata, mentre i giovani che escono da scuola e università non trovano lavoro. Vogliamo lanciare un piano per l’edilizia residenziale pubblica, per aiutare le famiglie che non trovano casa. Studieremo un apposito “voucher” per le giovani coppie, e aiuteremo finanziariamente le giovani madri che devono conciliare vita professionale e famigliare. Dobbiamo assicurarci che tutti i disabili, in particolare quelli psichici, siano presi in carico dalla sanità regionale. Questi, e gli altri problemi che ho citato prima, sono quelli che vogliamo affrontare e risolvere, con concretezza e determinazione.
5) I dati sulla situazione giovanile nel nostro Paese evidenziano un quadro sempre più negativo. Come rispondere ai bisogni dei giovani lombardi? Quali prospettive intende offrire loro?
Innanzitutto con istruzione e formazione. Mai più abbandoni scolastici, mai più NEET, i giovani che non studiano, non lavorano e non seguono un corso di formazione. E’ indispensabile coinvolgere Comuni e Regione, scuola e università in una grande azione comune, per aiutare i giovani a scegliere gli studi che apriranno loro una strada nella vita. Quelli in difficoltà devono essere aiutati con un sostegno anche psicologico, fin dalla scuola primaria e secondaria, perché non possiamo pensare di scaricare tutti i problemi sugli insegnanti. Uno dei fattori che può giovare ai giovani lombardi, è lo sport. La Regione Lombardia deve sostenere lo sport come strumento di promozione di un corretto stile di vita, alla portata di tutti, per riscoprire l’ambiente, la socialità, la salute e l’attività di prevenzione da importanti patologie. Lo sport da sempre ricopre un ruolo determinante nella nostra cultura, sociale e familiare, grazie alla sua funzione educativa non solo per le giovani leve, ma anche per i genitori. Noi vogliamo finanziare anche l’associazionismo sportivo, creare di nuove piste ciclabili per il turismo ecologico e la valorizzazione dei territori. Aumenteremo gli investimenti a sostegno dello sport lombardo.
6) Indichi una cosa che vorrebbe cambiare e/o migliorare nei prossimi cinque anni. Per quale scelta, provvedimento o azione vorrebbe essere ricordato?
Ne ho già indicate molte. Se devo sceglierne una su tutte, direi il completo azzeramento delle liste d’attesa nelle visite e nei ricoveri. La sanità è di gran lunga il settore più importante fra le competenze regionali, dunque è giusto che sia al primo posto anche nelle mie ambizioni
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