In memoria di me. Sopravvivere a un abuso
Patrick Goujon
EDB, Bologna 2023, pp. 104
In memoria di me del gesuita e
teologo francese Patrick Goujon
affronta in modo delicato e preciso
il tema complesso del ritardo
nella denuncia nel caso di abusi
compiuti su minori. Nelle pagine
autobiografiche del libro l’A. ripercorre
i vari passi che lo hanno portato
alla presa di consapevolezza
di essere stato abusato dal proprio
parroco, a distanza di più di quarant’anni
dall’accaduto. In questo
percorso, un ruolo fondamentale
è stato rivestito dalla terapia auricolare
a cui l’A. fu sottoposto per
lenire il dolore cronico alla schiena
e senza cause apparenti. Inizia
da questa terapia un lungo percorso
di presa di coscienza che gli
ha permesso di dare consistenza e
voce a qualcosa che solo il corpo
aveva tenuto in memoria e che restituiva
attraverso questi lancinanti
dolori alla schiena.
La presa di coscienza di quanto
accaduto nel passato ha determinato
un cambiamento drastico nella
vita dell’A.: tutto è stato messo
in dubbio, tutto ha acquisito un
significato diverso, causando
uno straziante dissidio interiore,
uno spaesamento
profondo. Che cosa fare
adesso? Anche in questa
nuova fase sono stati necessari
tanto tempo e tanto
ascolto di se stesso, che
lo hanno condotto a trovare
il coraggio di prendere la
decisione di denunciare. In
questo percorso per l’A. è stato
sconcertante scoprire di non
essere stato l’unica vittima del
parroco abusante, che alcuni sapevano quanto accadeva e che l’unica
azione di contrasto intrapresa nei
confronti del sacerdote era stata
solo il trasferimento in un luogo
dove non fosse in contatto con
bambini. Eppure queste notizie,
pur nella loro drammaticità, sono
state motivo di consolazione: «Non
mi ero inventato tutto. Quel prete
era noto per le sue aggressioni.
Quindi avevo ragione. Potevo reggermi
sui miei piedi, vivo» (p. 36).
Di fronte agli abusi sui minori nel
seno della Chiesa, che è scandalo,
che va contro alla speranza professata,
di fronte a una denuncia
che viene archiviata perché i fatti
risalgono a troppo tempo addietro,
che cosa rimane? «Per quanto riguarda
me, so di poter dire ciò che
mi è successo e credere che raccontarlo
è possibile. Da un bambino
può generarsi la parola» (p. 98).
In memoria di me è la storia di un
lungo percorso di cura di se stesso,
attraverso un ascolto prolungato e
profondo, che viene condiviso con
tutti per restituire a chiunque la
speranza di poter compiere il medesimo
cammino di presa di consapevolezza
e di guarigione.
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