Il "Mezzogiorno" d'Europa

Il Sud Italia, la Germania dell'Est e la Polonia Orientale nel contesto europeo

Bruno Amoroso (ed.)
Diabasis, Reggio Emilia 2011, pp. 231, € 14
Scheda di: 
Fascicolo: novembre 2012
Se la questione meridionale non fosse specificatamente italiana? Se non dipendesse solo dal processo storico e politico italiano e dalla cultura delle regioni meridionali? La tesi del volume è che il problema meridionale è di tutti i Paesi che hanno intrapreso processi di sviluppo eurocentrico caratterizzati dalla mancata integrazione di parti del Paese al mercato nazionale, e che occupano una posizione geografica di frontiera rispetto al mercato nazionale ed europeo. Così possono identificarsi tre Mezzogiorni d’Europa: il Sud Italia, la Germania dell’Est e la Polonia Orientale. Non sempre si è avuta un’uguale percezione di tali realtà. In Germania, ad esempio, vi sono state resistenze «ad ammettere il formarsi di un Mezzogiorno all’interno del proprio Stato» (p. 21). Il risultato degli anni dell’unificazione europea, caratterizzati da «assenza di coerenza tra le politiche regionali e dalla mancanza di accordo sugli obiettivi globali è che il trasferimento delle risorse finanziarie con obiettivi di sviluppo dalle aree più ricche dell’Europa a quelle più povere non ha prodotto i risultati previsti, ma ha aumentato le loro disparità e conflitti, indebolendole entrambe» (pp. 26-27). Come superare questo difetto di integrazione? Quali sono i possibili rimedi? Concentrare le risorse su pochi obiettivi rilevanti per ridurre i divari interni di ciascun Mezzogiorno, sviluppare attività di ricerca e di innovazione, investire sulla cultura d’impresa: «una cultura imprenditoriale ancora troppo imperniata sull’“ autarchia” costituisce l’ostacolo principale al cambiamento e all’innovazione» (p. 209).
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