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Il capolavoro imperfetto. Il creato tra meraviglia e problema

Fascicolo: aprile 2020

Meraviglia e problema: i due sostantivi del sottotitolo sembrano riassumere i due poli intorno ai quali si muove la riflessione di questo libro. La meraviglia risiede nella capacità del creato di rimandare a una dimensione ulteriore, che riempie di gioia chi ne fa l’esperienza. Per altro verso, la dimensione problematica della natura non è da intendersi tanto come difficoltà o enigma, ma soprattutto come complessità, intersezione di livelli di comprensione che richiedono tutta la nostra intelligenza. In questo libro, l’A. ci propone un cammino di comprensione e, al tempo stesso di contemplazione del dono del creato attraverso il testo biblico. Nella prima parte (“Creazione, storia, sapienza”), indaga il modo nel quale, nel libro della Genesi e nei testi sapienziali, è stato interpretato il concetto di creazione. Cosa significa che il mondo è creato? Qual è il suo scopo? L’A. propone qui un’interessante interpretazione del racconto di Genesi 1-2, mettendo in evidenza come al centro del processo creativo ci siano il quarto e il settimo giorno, ossia la creazione del tempo e del sabato. Il culmine della creazione non è, allora, l’essere umano e questo rappresenta la smentita di una visione antropocentrica che giustifica un dominio assoluto sulle creature non umane.

Il senso del tempo, ormai divenuto “storia” è successivamente interpretato dal profeta Isaia, mentre i testi sapienziali di Siracide e Sapienza danno un fondamento all’indagine razionale sui fenomeni naturali. 

La seconda parte del libro è organizzata intorno ai quattro “elementi” che la fisica aristotelica considerava non scomponibili e, perciò, considerava fondamento di tutta la materia. Al di là della distanza sul piano scientifico, non possiamo disconoscere la portata simbolica di queste componenti essenziali della nostra vita, che l’A. indaga ancora attraverso la loro presenza nel testo biblico. Ne deriva un’indagine vasta e articolata, che non possiamo riassumere in questa sede ma della quale ci preme sottolineare un aspetto: la prospettiva di lettura nuova, che nasce dal fatto di ripercorrere le narrazioni bibliche mettendo al centro gli elementi naturali, che cessano così di essere il mero scenario o lo strumento dell’agire umano e richiedono una comprensione teologica appropriata. Le sfide ecologiche di oggi esigono di tornare a leggere la Bibbia con questa attenzione.

L’A., biblista e vescovo, ci offre un testo apprezzabile per la qualità della cultura biblica, la chiarezza espositiva e la capacità di tendere un ponte fra la Scrittura e i problemi attuali.

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