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"I problemi ambientali e i poveri": a colloquio con il cardinale Hummes

Equipe Ecojesuit
Durante la COP21 di Parigi, le religioni hanno unito le forze con quelle dei movimenti di cittadini e altri portatori d’interesse, chiedendo ai negoziatori di raggiungere un accordo che tenga l’innalzamento medio della temperatura atmosferica sotto i 2°C. Il cardinale Claudio Hummes non si nasconde dietro giri di parole: “Il surriscaldamento globale è presente sin dall’inizio dell’età industriale, e sta distruggendo il pianeta. Questo non è solo un problema ambientale ma anche sociale. E questo è il motivo per cui la Chiesa Cattolica è chiamata alla sfida di sostenere un pianeta vivo: come ci ricorda la Laudato sì, tutto è connesso”. 

Hummes, cardinale brasiliano, è un alto rappresentante della Chiesa Cattolica. È stato Arcivescovo di San Paolo fra il 1998 e il 2006, poi è stato nominato Prefetto della Congregazione Vaticana per il Clero. È molto ben conosciuto per il suo coinvolgimento personale nelle cause a favore dei poveri e degli esclusi. Papa Francesco stesso ha reso pubblico l’aneddoto per cui alla fine del Conclave che lo ha eletto, quando la conta dei voti aveva reso evidente la sua elezione al soglio pontificio, il Cardinal Hummes gli si sarebbe rivolto così: “non dimenticare i poveri!”. 

Una volta terminato il suo impegno a Roma è tornato in Brasile, continuando la sua battaglia contro povertà ed emarginazione. Recentemente Hummes è stato nominato Presidente della Rete delle Chiese Pan-Amazzoniche (REPAM), un’organizzazione che riunisce le diocesi cattoliche del bacino del Rio delle Amazzoni, situate in otto paesi diversi: Brasile, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana e Suriname. Hummes è arrivato a Parigi per la COP21 come parte della delegazione della REPAM, per rappresentare l’Amazzonia e la sua gente.

Il cardinale ha ben presente che la Foresta non è solo importante per la regione ma per l’intero pianeta, e ha evidenziato che “il 20% della terra amazzonica è a rischio desertificazione, e questo può risultare fatale per il resto del pianeta; il processo si arresterà solo se saranno prese delle contromisure forti”. 

All’origine del deterioramento ambientale è la profonda connessione fra la nostra dipendenza dal carburante fossile, il cambiamento climatico e il pervadente consumismo della nostra società, che porta a ulteriore impoverimento e degrado. “L’unico obiettivo nella vita di molti è accumulare ricchezze, e questa mentalità giustifica qualsiasi cosa. Dobbiamo cambiare il nostro sistema economico e finanziario, compreso il nostro business esclusivamente orientato al profitto – ha aggiunto – tutto questo deve cambiare”.

Il ruolo dei cristiani e della Chiesa cattolica in questa trasformazione sociale, secondo Hummes, deve essere quello di essere “meno consumisti e più umili: infatti la Chiesa cattolica ha parecchie sfide e responsabilità davanti alla società di oggi. Per chi crede, questo significa non distruggere il creato di Dio, ma curarlo, perché è la nostra casa comune”. Commentando l’enciclica Laudato sì (49), ha affermato che per tutti, credenti e non, “c’è una questione etica: poiché la distruzione ambientale aumenta la povertà, abbiamo tutti il dovere di ascoltare e offrire solidarietà al grido dei poveri e al pianto della Terra”.

Il porporato brasiliano ha espresso preoccupazione per la situazione dell’Amazzonia, soprattutto per lo sviluppo di enormi centrali idroelettriche che potrebbero addirittura modificare il corso del fiume, certamente cambiando la vita della popolazione che vive lungo i suoi argini. Hummes è molto preoccupato anche per l’attività mineraria che attraverso l’estrazione intensiva sta impattando pesantemente sull’ambiente. Ha chiesto rispetto per il popolo indigeno che lotta per i suoi legittimi diritti, nonostante la sua voce sia ancora fioca e venga costantemente ignorato nei processi decisionali brasiliani. “I popoli indigeni devono diventare agenti attivi della loro storia”, ha dichiarato. 

Interrogato su come si possa affrontare questa situazione, il cardinal Hummes ha ribadito il ruolo che l’educazione e i media devono avere. “La sostenibilità dovrebbe essere insegnata a scuola; abbiamo bisogno di un’educazione che trasformi il modo in cui guardiamo il mondo. Anche i media hanno un ruolo importante da coprire. Hanno costruito l’opinione pubblica, e ora c’è necessità di informare la gente e renderla cosciente dell’importanza dell’Amazzonia e dei popoli di quella regione per l’intero pianeta”.
The Ecojesuit Team
(traduzione di Francesco Puliti)

7 dicembre 2015
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