ArticoloDialoghi
I giovani del servizio civile. Una storia lunga cinquant’anni
- La conquista dell’obiezione di coscienza, di Francesco Spagnolo
- Il servizio civile come formazione alla cittadinanza, di Licio Palazzini
- Dal servizio civile, una scelta di vita, di Pierpaolo Burioni
- Un passo verso la maturità, di Valentina Cuzzola
Sono trascorsi cinquant’anni dall’entrata in vigore della Legge 15
dicembre 1972, n. 772, Norme per il riconoscimento della obiezione
di coscienza. Oltre ad aprire uno spazio per l’obiezione di coscienza
al servizio militare obbligatorio, la legge introduceva per gli obiettori l’obbligo
di «prestare servizio militare non armato, o servizio sostitutivo civile»
(art. 5), introducendo così anche il nuovo istituto del servizio civile.
Furono necessari molti anni per raggiungere questo risultato, frutto
di un lavoro sul piano culturale che chiarisse i termini e i concetti e
accreditasse l’affermazione che si può difendere la patria anche senza
imbracciare un’arma, smontando una lunga tradizione che conduceva alla
scorretta equivalenza tra rifiuto del servizio militare e disimpegno verso la
società e il bene comune. Dietro a questo processo vi furono l’impegno, la
dedizione e il sacrificio di molti: non pochi pagarono con il carcere il rifiuto
di prestare il servizio militare o finirono sotto processo per aver difeso
gli obiettori, come don Lorenzo Milani nel 1965.
[continua]
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