I cambiamenti nel mondo tra XX e XXI secolo

Francesco Barbagallo
Editori Laterza, Roma-Bari 2021, pp. 160, € 18
Scheda di: 
Fascicolo: novembre 2021

In un prezioso e agile volume, Francesco Barbagallo, professore emerito di Storia contemporanea nell’Università di Napoli Federico II, passa in rassegna i principali cambiamenti a livello mondiale degli ultimi 75 anni, dalla fine della Seconda guerra mondiale al 2020. «All’alba del terzo decennio del XXI secolo, il mondo appare in continuo, rapido cambiamento. L’accelerazione del tempo storico ha conosciuto una intensità eccezionale. [...] Si sono realizzati processi di profonda ristrutturazione delle relazioni mondiali, che hanno portato grandi innovazioni nei sistemi produttivi e molteplici trasformazioni nei rapporti tra uomini e donne nei diversi continenti» (pp. VII-VIII).

 

Nell’arco temporale preso in considerazione, l’A. distingue almeno quattro differenti fasi di profonda trasformazione. Il primo periodo, che inizia nel 1945, è definito come “l’età dell’oro”. È il tempo del bipolarismo tra Stati Uniti e Unione Sovietica, dell’avvio del vasto processo di decolonizzazione, del diffuso sviluppo industriale in Occidente e in Giappone e dell’affermarsi dello Stato sociale in Europa occidentale. Nei primi anni ‘70, la fine della convertibilità del dollaro in oro e dei cambi fissi, a cui si aggiunge la crisi petrolifera, apre una crisi a livello mondiale, che riguarda lo stesso capitalismo.

 

La seconda fase, dalla metà degli anni ‘70 al 1991, si caratterizza per il dominio della finanza, l’affermarsi della dimensione transnazionale dell’economia e la rivoluzione informatica. È il tempo della società in rete e del capitalismo “informazionale”, secondo l’accezione introdotta dagli studi del sociologo Manuel Castells. In Oriente si espande fortemente il mercato, guidato dallo Stato, che in Cina è tutt’uno con il Partito, mentre in Occidente inizia la crisi della politica e della democrazia. Questa fase si chiude con il crollo dell’Unione Sovietica, la fine della Guerra fredda e del mondo bipolare.

 

La terza fase vede l’affermarsi della globalizzazione e l’avanzata dell’Asia, l’introduzione dell’euro, le grandi migrazioni e il terrorismo islamico. Sono anni di crescita globale, in cui si sviluppa la cultura della virtualità e il tempo acrono, privo di storicità. La fase più recente si sviluppa nel secondo decennio del XXI secolo, con la crisi profonda delle politiche neoliberistiche, che avevano dominato per un trentennio. Profondi cambiamenti trasformano il mondo digitale, contraddistinto da un nuovo insieme tecnologico che spazia dall’intelligenza artificiale, all’Internet of things e al 5G. Il capitalismo informazionale cede il passo al capitalismo della sorveglianza. L’A. nota che a Occidente si degradano il lavoro umano e la democrazia, mentre crescono la disuguaglianza e il malessere tra i ceti meno privilegiati. Il bipolarismo è tra Stati Uniti/ Cina: le grandi entità statali riprendono potere a scapito del mercato.

 

L’epilogo è dedicato alla pandemia, la cui esplosione è definita il cambiamento più grande dalla Seconda guerra mondiale, con una presa d’atto attenta e documentata a fine anno 2020.

 

L’opera si avvale di una prosa lineare e di uno stile essenziale nell’analisi dei grandi cambiamenti nel periodo preso in considerazione, offrendo al lettore strumenti per farsene una ragione e non essere solo uno spettatore passivo. Va sottolineata l’attenzione che lo storico dedica al mondo dell’economia, alle sue trasformazioni e alle conseguenze sociali in termini di crescita delle disuguaglianze sulle popolazioni. È veramente pregevole e documentata per ogni profano la presentazione della seconda rivoluzione digitale e del suo impatto socioeconomico.

 

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