Hikikomori. Il re escluso

Alessandro Locati, Sara Mignolli
Feltrinelli Comics, Milano 2023
Scheda di: 
Fascicolo: febbraio 2024

Hikikomori è una parola giapponese che abbiamo imparato a conoscere anche in Italia negli ultimi anni per definire una particolare situazione di disagio psicologico, che spinge specialmente i più giovani a isolarsi da tutto e da tutti, rinchiudendosi nella propria stanza ed evitando ogni forma di interazione sociale per un lungo tempo.

Questo fenomeno, che è sempre più diffuso nel nostro Paese, è stato raccontato nel graphic novel Hikikomori. Il re escluso di Maria Sara Mignolli e Alessandro Locati, che in modo significativo si apre con una tavola interamente nera, dove non si distingue nulla ad eccezione del fumetto bianco che contiene una domanda: «Che cos’è?». Quel nero mangia ogni possibile forma (persone, oggetti, paesaggi…) e annulla gli altri colori. In questo modo, richiama la malattia che fa saltare la distinzione tra la notte e il giorno e fa sparire ogni tipo di contatto umano, spegne qualsiasi impegno nel presente o desiderio per il futuro. Nello stesso tempo la domanda evoca quel barlume di coscienza di sé che non è del tutto annichilito, da cui è possibile ripartire.

La pagina nera è l’inizio della lunga rilettura che un giovane fa della propria vita, a partire dagli anni dell’infanzia quando aveva imparato a pensare a se stesso come il migliore, destinato a un crescendo di grandi successi. Circondato dall’amore della famiglia, protetto da tutti, soprattutto protetto da ogni scomoda verità o fallimento, dentro questo ragazzo risuona qualcosa di stonato, si sente sopraffatto, inadeguato, inadatto. Poco dopo, durante l’adolescenza con le prime delusioni difficili da accettare nelle relazioni con i compagni o nello studio, prende forma l’idea di sparire, di annullarsi: «Se non hai più un corpo, nessuno ti vede. E non puoi più vergognarti». Per giungere infine al momento in cui chiude la porta della propria camera e si rifugia in un proprio mondo, dove può essere ancora un piccolo re.

Le pagine di Hikikomori accompagnano con delicatezza questo sguardo retrospettivo, scandite dai ricordi e dalle riflessioni che il giovane protagonista forse racconta a uno psicologo, ma di sicuro racconta a se stesso. L’alternanza tra le tavole colorate e quelle sbiadite aiuta a cogliere anche visivamente le varie trasformazioni in atto, in un processo, che non è mai concluso definitivamente, per poter giungere a trovare il proprio posto nel mondo.

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