Gran Torino

Clint Eastwood
USA 2008, Warner Bros, Azione, 116 min
Scheda di: 
Fascicolo: maggio 2012
Gran Torino rappresenta in qualche modo un punto di arrivo nella filmografia di Clint Eastwood. In esso sono presenti e sviluppati coerentemente tutti i suoi temi preferiti: la società americana contemporanea con le sue diversità etniche e culturali, il fascino e la difficoltà della figura paterna, la religione (in modo particolare il cristianesimo) tra formalismi e profondità umane e spirituali. Vincitore di diversi premi in tutto il mondo, anche se completamente ignorato, apparentemente per motivi politici, dagli Oscar 2009, il film narra l’ultimo anno di vita del novello vedovo Walt Kowalsky, eroe della guerra di Corea, violento, irascibile e lavoratore alla Ford di Detroit ora in pensione. La sua solitudine, aumentata dalla consapevolezza di una malattia terminale che lo sta consumando, viene riempita dai vicini di casa, immigrati di etnia Hmong, con cui lentamente entrerà in una comunione tale da spingerlo a dare la vita per loro. Film intenso, ironico e allo stesso tempo aperto alla speranza delle relazioni tra persone diverse, Gran Torino si distingue per il particolare utilizzo della categoria del mangiare. La vicenda si apre infatti con il funerale della moglie di Walt, a cui segue il rinfresco a casa sua. Un mangiare in cui si vede bene come ciascuno, in fondo, mangi per sé. Tutta la scena verte sul pensiero dei figli e dei nipoti, concentrati su cosa potranno portare via dalla casa del padre una volta che anche lui se ne andrà, e sulla difesa di Walt stesso di ciò che gli appartiene. Il tentativo di furto della sua amata Ford modello Gran Torino del 1972 da parte del giovane vicino di casa Thao, istigato dalla gang in cui vuole entrare, fa nascere la relazione con un mondo diverso. Il parallelo tra la paternità che Walt esprime con Thao e l’apertura alla diversità, necessaria ma difficile per un uomo segnato dal razzismo tipico della classe lavoratrice americana degli anni ’60, viene caratterizzato da un lento mutamento della modalità con cui si prende il cibo. Si passa così dalla difficoltà di Walt ad accettare il cibo che le donne Hmong gli preparano come segno di gratitudine, alla condivisione del cibo in casa loro nel corso di una celebrazione famigliare tradizionale. Il film presenta poi un altro passaggio-chiave: Walt finalmente riesce a sua volta a preparare un barbecue per i vicini Hmong e a prestare la sua preziosa macchina a Thao per uscire il sabato sera con la fidanzata, preludio alla vicenda finale del suo donare la vita per i giovani vicini di casa. Walt, infatti, morendo con le braccia aperte come Gesù in croce, si “dà in pasto” ai violenti perché i piccoli e gli innocenti vivano. Mangiare per sé, condividere cibo, dare da mangiare e dare da mangiare se stessi per la vita altrui. Questa è una buona griglia di lettura per ri-vedere Gran Torino e gustarlo ancora più.
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