Gli anziani e la Bibbia. Letture spirituali della vecchiaia

con un saggio di Andrea Riccardi

M.C. Marazzi, A. Spreafico, F. Tedeschi
Morcelliana, Brescia 2020, pp. 224, € 18
Scheda di: 
Fascicolo: marzo 2021

La Comunità di Sant’Egidio, a cui sono legati a diverso titolo gli autori del libro che presentiamo, da diversi anni si occupa di sostenere e valorizzare le persone anziane. Grazie a tale vicinanza - come rileva Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità a cui si devono la Prefazione e il saggio conclusivo del volume – tanti hanno potuto scoprire il valore degli anziani «nella vita ecclesiale, ma anche nelle relazioni umane» (p. 10). È un valore sovente non apprezzato dalla nostra società, dominata dal mito dell’efficienza e del profitto. Un potente antidoto contro l’indifferenza e la logica dello scarto, che rischia di inquinare l’insieme delle relazioni, è costituito dalla lettura delle Scritture ebraico-cristiane. Essa fa emergere il posto di rilievo che gli anziani hanno occupato (e continuano a occupare) nel disegno di salvezza di Dio.

 

È quanto trova una efficace illustrazione nella carrellata di personaggi biblici in cui ci si imbatte scorrendo il testo in esame. Le loro vicende vengono descritte in maniera piana e insieme coinvolgente. Il lettore è reso partecipe delle difficoltà e degli interrogativi che hanno vissuto in età avanzata, della fede «sofferta» da cui hanno attinto luce e sostegno. Si pensi a Noè (pp. 23-39). Di fronte al comando di Dio, apparentemente privo di senso, di costruire un’arca lontano dal mare, obbedisce fidandosi della Parola del Signore e sfidando la derisione della gente. Pur essendo molto avanti negli anni, non cede alla tentazione di ritirarsi a vita privata. Risponde con prontezza all’appello di Dio, diventando così suo prezioso collaboratore nell’aprire un futuro di speranza in tempi calamitosi.

 

Come non ricordare Abramo, chiamato a farsi tramite della benedizione divina per tutti i popoli. Ha settantacinque anni quando avverte che Dio gli chiede di mettersi in cammino verso una terra di fraternità, uscendo da un mondo segnato dalla divisione e dalla violenza. Dio investe su un anziano! «Perché proprio a quell’anziano viene assegnato il compito di ridare un futuro a quell’umanità stanca e divisa? Perché il futuro non è il prodotto delle nostre capacità e delle nostre forze, non viene da noi stessi, dalle nostre risorse naturali, ma dall’apertura all’altro. E in primo luogo dall’apertura e dall’ascolto di Dio» (p. 42). Abramo si fida del Signore e della sua promessa. «È un uomo che nonostante una vita e, forse, un piccolo benessere consolidato, non ha chiuso la mente e il cuore a sogni più grandi. L’abitudine non lo ha reso sordo e la sua intelligenza illuminata dalla fede lo rende ancora vulnerabile a una grande promessa» (p. 43). Diventa così il padre dei credenti, di tutti coloro che, fidandosi della Parola, sono protesi verso «la città dalle solide fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso» (Ebrei 11,10).

 

Uno spazio significativo è riservato alle vedove, la cui presenza è ricorrente nella Scrittura. Mancando della protezione del marito, esse si trovavano in una condizione di particolare precarietà e indigenza. Proprio a una di loro, come è narrato in 1Re 17, Dio manda il profeta Elia per chiedere aiuto in un tempo di grave carestia. Si tratta di una povera vedova che ha a disposizione il cibo necessario solo per un giorno. Che senso ha chiedere a chi sembra non avere nulla da dare? La donna si sarà posta questa stessa domanda. Tuttavia, «nonostante i dubbi, ascolta, si fida e fa ciò che Elia le chiede. Tutto inizia da un piccolo gesto di condivisione, che moltiplica a dismisura il poco che ha» (p. 71). Anche chi, come la povera vedova, sperimenta il venir meno delle forze e crede di non avere granché da offrire, può diventare un riferimento per chi ha bisogno di aiuto.

 

Un’ultima annotazione: la consapevolezza della propria debolezza e fragilità caratterizza tutte le figure di anziani presentate nel libro. Si tratta di una componente che attraversa l’esperienza di ogni donna e uomo, non solo di chi è avanti negli anni. L’esistenza umana è infatti segnata dal limite creaturale e ciò si palesa «già nei momenti di maggiore salute e vigore, già nel momento della ricchezza e del ruolo sociale riconosciuto» (p. 200). La Scrittura ci spinge a fare i conti con il limite che ci costituisce. Presentando il ruolo rivestito da tanti anziani nella storia della salvezza, i quali, di fronte ai bisogni del proprio tempo, hanno risposto con generosità e disponibilità, ci sollecita e incoraggia a coltivare negli anni gli stessi sentimenti e orientamenti di fondo.

 

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