Giustizia
Lucia Castellano
In Dialogo, Milano 2017, pp. 80, € 7,50
Il nuovo saggio di Lucia Castellano, dirigente generale dell’Amministrazione penitenziaria, rilegge il tema della giustizia legandolo a doppio filo ai diritti dell’uomo e alla dignità di ogni persona, così come sancito nei primi articoli della Costituzione repubblicana.
Partendo dalla propria esperienza –già direttrice del carcere di Bollate, casa di reclusione dal volto umano – la Castellano offre una riflessione non scontata sulla giustizia e sul senso della pena, interrogandosi sui cambiamenti in atto nella società, sulla convivenza sociale (messa sempre più a dura prova da un’interculturalità sconosciuta fino a pochi decenni fa) e sul rapporto fra reato e punizione. La bussola dell’intero discorso rimane sempre l’art. 27 della Costituzione, quello dove sono fissati gli obiettivi di rieducazione del condannato e il senso di umanità che deve guidare i giudici e gli addetti ai carceri.
Nel volumetto edito da In Dialogo, la Castellano indica la strada da percorrere per costruire una società e un sistema penale “giusti”, dove sia di casa la “giustizia riparativa”, l’unica che può rendere veramente liberi: «L’obiettivo di ogni buon amministratore penitenziario dovrebbe essere quello di rendere il carcere un luogo vero, credibile, che produca libertà». La tesi della Castellano è quindi quella di ancorare ogni azione e ogni riflessione sulla giustizia al valore intrinseco della persona, all’attenzione e al rispetto dei suoi diritti, all’eliminazione delle diseguaglianze; solo in questo modo potremo parlare di carceri davvero umani, che non creano scarti ma aiutano il reinserimento nella società.
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