Girls on the air

di Valentina Monti
Italia 2009, Cinecittà Istituto Luce, Documentario, 59 min
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Ambientato in un Afghanistan da poco liberato dal dominio talebano e in difficile transizione verso la democrazia, il documentario di Valentina Monti getta uno sguardo profondo e speranzoso sulla vicenda di Radio Sahar, che a Herat, città nell’ovest del Paese, diffonde le sue trasmissioni nell’etere grazie al coraggio di Humaira, giovane giornalista afghana.

Tra il dire e il fare la democrazia, ne passa di strada. E questo vuole testimoniare Radio Sahar, animata da un gruppo di ragazze che con le loro interviste raccontano la storia di molte loro connazionali che, nonostante il cambio di regime, continuano a vivere in un regime di costrizione e di mancanza di libertà. Si alzano così on the air voci coraggiose, sebbene spesso inascoltate, che provano a gettare i semi di una consapevolezza in materia di diritti civili che ancora manca in Afghanistan, che ancora non è fiorita nonostante i cambiamenti “ai piani alti”, ma che parlano comunque di una coraggiosa libertà possibile.

La visual storyteller italiana Valentina Monti, che così si definisce nel suo sito, dove raccoglie tutte le storie che in questi anni ha voluto raccontare attraverso la sua videocamera e che la hanno portata in tutto il mondo, ci regala con il suo documentario la storia di Humaira, sapendola raccontare con partecipazione discreta e aiutandoci a cambiare uno sguardo tipicamente stereotipato e occidentale sulla realtà afghana, spesso considerata troppo frettolosamente condannata a un’arretratezza senza speranza. La regista dona immagini alle parole di Humaira, accompagnado lei e le sue colleghe nelle loro interviste, restando sempre discretamente a distanza per non interferire nei racconti delle persone intervistate, storie che si intercciano con una Storia che spesso sembra essere molto piu grande di qualsiasi racconto.

Il documentario, che alterna alle testimonianze raccolte da Humaira brani di poesia che la giornalista afghana ama particolarmente, termina con la protagonista che, dopo tante parole, impugna una fotocamera, aggiungendo così al suo linguaggio verbale anche quello visivo, per rendere sempre più forte l’immagine di un Paese che vada oltre la mera informazione di superficie.

Girls on the air è dunque la storia di donne giornaliste scoperte da donne registe, coraggiose ma troppo spesso poco ascoltate, lasciate ai margini della comunicazione ma che con il loro coraggio e il loro sguardo profondo sono spesso le uniche in grado di penetrare oltre la superficie delle cose e aiutare gli spettatori e gli ascoltatori a cambiare prospettiva, sguardo, e perché no, anche la vita.


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