Franco Marini il popolare

Giorgio Merlo
Edizioni Lavoro, Roma 2021, pp. 116, € 15
Scheda di: 
Fascicolo: giugno-luglio 2021

Lo scorso 9 febbraio è deceduto, a causa della COVID-19, Franco Marini. Segretario generale della CISL, esponente della Democrazia cristiana e poi segretario del Partito popolare italiano, Marini ha attraversato la storia politica e sindacale italiana dal dopoguerra alla fase di riorganizzazione del sistema politico, successiva all’inchiesta Mani pulite, incarnando la tradizione del cattolicesimo sociale e del popolarismo.

 

Avendo aderito in gioventù alla CISL, svolse le prime esperienze in Abruzzo, Sicilia e Piemonte. Nel 1964 iniziò a collaborare con il ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno, Giulio Pastore. Dopo avere ricoperto l’incarico di segretario della Federazione dei dipendenti pubblici, nel 1985 fu eletto Segretario generale della CISL. A seguito della scomparsa nel 1991 di Carlo Donat-Cattin, leader della corrente democristiana di sinistra “Forze nuove”, ne divenne il punto di riferimento e ricoprì l’incarico di ministro del Lavoro per un anno all’interno del VII Governo Andreotti.

 

Nel 1994 partecipò alla fondazione del Partito popolare, che inaugurava l’esperienza del centro sinistra tramite l’alleanza con il Partito democratico della sinistra. Nel 2006 fu eletto Presidente del Senato. Nel 2007 fu tra i fondatori del Partito democratico, nel quale rappresentava il principale referente della corrente cattolica. Nel 2013 la sua candidatura alla Presidenza della Repubblica fu sostenuta da un ampio fronte politico.

 

Il libro di Giorgio Merlo, giornalista ed ex parlamentare, ricostruisce la vicenda politica e sindacale di Marini, mettendone a fuoco soprattutto due aspetti: il ruolo di leadership in quell’area sociale politica che ha portato avanti l’identità e le istanze del cattolicesimo sociale e la figura di Marini in quanto uomo delle istituzioni, che ha contribuito al consolidamento della nostra democrazia. Appare chiaro, dalle pagine del libro, come l’insieme di ideali portati avanti da questa componente della nostra storia politica rappresenti un’eredità culturale in grado, ancora oggi, di dare significato alla vita democratica.

Se la scena politica odierna ha azzerato le categorie che hanno accompagnato l’attività e la militanza di Marini, si sente tuttavia la necessità di trovare i modi per ridare cittadinanza, nel contesto pubblico italiano, ai valori che hanno ispirato il popolarismo.

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