Ferie solidali

Chiara Tintori
Una pratica sempre più possibile ma ancora poco diffusa. Sono le ferie solidali, cioè la facoltà per un lavoratore di cedere gratuitamente ferie o permessi propri a colleghi che ne hanno bisogno, per motivi sanitari personali o di cura di famigliari.

Tutto è nato nel 2014 in Francia, con la “Legge Mathys” (dal cognome del primo beneficiario), ispirata alla storia di un bambino di 10 anni ammalato di tumore che il papà era riuscito ad assistere fino alla fine solo grazie alla solidarietà spontanea dei colleghi: questi infatti avevano messo a disposizione gratuitamente parte delle proprie ferie. In Italia una norma del Jobs Act si pone in questa linea: prevede che i dipendenti possano cedere ai colleghi i riposi e le ferie maturate, al fine di consentire loro di assistere figli minori che per le particolari condizioni di salute necessitino di cure costanti.

Fortunatamente i contratti collettivi stanno ampliando la possibilità di donare ferie anche per l’assistenza di figli maggiorenni e, più in generale, di familiari bisognosi di assistenza. In questo senso i chimici-farmaceutici sono stati pionieri, precedendo i metalmeccanici. Ma laddove i contratti collettivi non prevedano le ferie solidali, ecco che vengono in aiuto i contratti integrativi. E le buone pratiche iniziano a decollare.

A livello di pubblica amministrazione, il primo Comune in Italia a introdurre l’istituto delle ferie solidali per i propri dipendenti è stato quello di Cagliari, dove ogni assunto a tempo indeterminato può "regalare" fino a un massimo di 8 giorni all’anno. In ambito privato, il Gruppo bancario Intesa-San Paolo, già dall’ottobre 2015 ha costituito una sorta di banca del tempo di 50mila ore da destinare ai propri dipendenti per fini solidali. Lo scorso marzo, inoltre, la Fondazione Marzotto ha firmato un accordo aziendale che consente ai suoi oltre 300 lavoratori di donare ore di riposo e giornate di ferie ai colleghi bisognosi di assistere familiari malati o con disabilità, oltre ad anziani non autosufficienti. In altre realtà locali, di piccole e medie imprese, la sollecitudine dei dipendenti si è attivata su singoli casi di colleghi con difficoltà personali e famigliari. 

Oggi più che mai la cultura del lavoro ha bisogno di segnali incoraggianti nella direzione di una solidarietà fattiva, attenta ai bisogni delle persone, sempre più in bilico tra la cura di sé e dei propri cari e l’impegno lavorativo. Le ferie solidali possano essere uno strumento in più in questa direzione!


21 giugno 2017
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