Fehida

Tommaso Renzoni, Raffaele Sorrentino
Minimum fax, Roma 2023
Scheda di: 
Fascicolo: giugno-luglio 2023

La storia di Fehida inizia a Carnevale 1991 in un paesino dell’Aspromonte e si conclude nel 2007 a Duisburg in Germania. All’origine vi è uno scherzo apparentemente innocuo, il lancio di uova tra ragazzi appartenenti a famiglie rivali della ‘ndrangheta locale, che finisce con la morte di alcuni di loro, dando l’avvio a una faida sanguinosa.

Proprio alle faide fa riferimento il titolo scelto dagli AA. – Tommaso Renzoni, autore di sceneggiature per il cinema, e Raffaele Sorrentino, un giovane fumettista – per il loro primo graphic novel insieme: fehida, infatti, in antico tedesco definisce una specie di istituto giuridico che legittimava il ricorso alla forza per farsi giustizia da sé quando si era subito un torto; ma è anche il nome dato all’indagine sulla “strage di Duisburg” di Ferragosto 2007, in cui furono uccisi sei uomini, epilogo di una decennale faida tra famiglie calabresi. Gli AA. non ne hanno ricostruito le vicende, ma hanno voluto raccontare qualcosa di più ampio, come ha dichiarato in un’intervista Renzoni: «Mi sono chiuso a fare ricerche [...] fino a farmi un’idea piuttosto nutrita del funzionamento di alcune dinamiche. Ho lasciato depositare tutto fin quando non mi sono sentito che quella mole di documenti non soffocasse il racconto di una storia che non è solo ‘ndrangheta, ma anche un’indagine dentro al mondo dei maschi, di cosa vuol dire essere maschi e quali sono le pressioni viriliste della società» (cfr <www.dimensionefumetto.it>).

Colpisce, in effetti, proprio la galleria di ritratti maschili che scandiscono la storia, in una riuscita combinazione tra un testo asciutto e ben ritmato e le tavole capaci di far trasparire i pensieri dei personaggi, grazie al tratto essenziale del disegno e alla scelta dei colori, molto forti nei toni, che si alternano nei vari momenti della narrazione. Due personaggi spiccano: Luca che già sa di voler diventare un capobastone, e Francesco che desidera solo giocare ai videogiochi, ma è costretto a crescere presto. Il lettore li incontra all’inizio e poi li ritrova nell’atto conclusivo di una faida durata anni, quando per un momento, frutto dell’immaginazione, non sono più due adulti che si fronteggiano con le armi per uccidersi, bensì due ragazzini che vorrebbero giocare insieme, ma timorosi a farlo, prigionieri di convenzioni che li hanno di fatto privati della possibilità di scegliere che cosa diventare.

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