Favole e politica

Pinocchio, Cappuccetto rosso e la Guerra fredda

Stefano Pivato
Il Mulino, Bologna 2015, pp. 188, € 19
Scheda di: 
Fascicolo: aprile 2016

Stefano Pivato, docente di Storia contemporanea ed ex rettore dell’Università Carlo Bo di Urbino, ha recentemente pubblicato un libro originale fin dal titolo. Con Favole e politica Pivato, che non è nuovo a queste avventure fra storia, amarcord e fantasy, ha voluto schivare il politichese e affrontare il linguaggio politico in maniera popolare, perché in questo momento di cultura di massa e di tendenze globalizzate la politica deve assumere un linguaggio semplice e persuasivo; il parlare figurato, per metafore e apologhi, è strumento principe della propaganda. Quindi gli aforismi, ma ancor meglio le favole, vanno a braccetto con la politica, proprio perché si tratta di un tipo di linguaggio che ricorre a strutture narrative proprie della tradizione favolistica, come insegnano i testi dei fratelli Grimm, di Andersen e soprattutto di Fedro.

In questo modo si mescolano la satira alle leggende, la miracolistica alla zoologia e la fisiognomica alle profezie. Ecco allora che Pinocchio diventa campione fascista ma anche comunista, il lupo di Cappuccetto rosso impersona Togliatti, Truman e Stalin vestono i panni dell’orco Mangiafuoco: è il grottesco mondo della propaganda, riportato alla luce in un divertente e istruttivo campionario di favole che la politica, soprattutto negli anni della Guerra fredda, ha propinato agli italiani.

La morfologia della fiaba politica in questo momento è di grande successo, è un cavallo di battaglia dei mezzi d’informazione. Le espressioni di Pier Luigi Bersani ad esempio evidenziano come un uomo politico voglia maggiormente attirare l’attenzione e colpire il sistema emozionale attingendo a una struttura linguistica contadina.

Non tutte le metafore e le storie hanno l’unitarietà di Pierino e il lupo, la fiaba musicale di Prokofëv, che ha acceso gli interessi di un cantautore ecclettico come Lucio Dalla. Se in Prokofëv infatti vi era un forte messaggio della lotta delle classi subalterne sull’aristocrazia, oggi il Renzi-Pinocchio e la favola di Berlusconi hanno un effetto mediatico che a lungo andare rischia di provocare un’apatia verso la politica, o meglio verso i politici.



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