Europa

Parole per capire ascoltare capirsi. Con un contributo di Isacco Pagani

Gianni Borsa
In Dialogo, Milano 2019, pp. 96, € 10
Scheda di: 
Fascicolo: aprile 2019

L’immagine della “casa comune” è spesso utilizzata per parlare del processo di integrazione europea e a questa immagine si richiama esplicitamente il libro di Gianni Borsa, inserito nella collana Agape+ che ha come peculiarità di far precedere la trattazione del tema presentato da un’icona biblica. Nel caso del volume dedicato all’Europa, il brano commentato da don Isacco Pagani è quello della parabola della casa costruita sulla roccia o sulla terra (Luca 6,46-49).

Come spiega l’A. all’inizio del libro, la scelta di questa immagine non è certo casuale: «La casa – qualunque forma, dimensione, stile essa preveda – contiene in sé un progetto che guarda al futuro: sia che la si costruisca, sia che la si acquisti sottoscrivendo un mutuo a lunga scadenza. Del resto costruire la casa non è un’azione individuale, ma in qualche modo corale: non si fa una casa da soli, e in genere nemmeno solo per sé» (pp. 29-30).

Da subito la costruzione europea è stata un progetto comune per il futuro, che è andato incontro ad alti e bassi, che ha visto il raggiungimento di obiettivi importanti e battute d’arresto dolorose in questi decenni. Questi eventi sono richiamati con attenzione dall’A., che non si limita solo a descriverli, ma ne dà anche una interpretazione e, soprattutto, pone alcune domande chiave: perché oggi l’Europa è assente in alcuni scenari politici fondamentali o procede lentamente su tante materie? Perché avanza a ranghi sparsi?

Secondo l’A., la risposta a questi interrogativi ci porta a un rinnovato impegno per la casa comune e non al suo abbandono: «In questa Europa traghettata a fatica dal XX al XXI secolo sembra dunque giunto il momento di mettere in agenda un complessivo e articolato progetto di revisione, aggiornamento e rilancio» (p. 65). A questo compito è consacrata l’ultima parte del libro, in cui sono esaminate politiche e iniziative, tenendo lo sguardo fisso sulle persone e la loro realtà. Tutto questo perché «il percorso verso la pace mediante l’unità europea è stato, in un tempo non lontano da noi, un sogno divenuto realtà. Oggi siamo di fronte a una realtà che ha bisogno di un sogno» (p. 92).

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