Essere presbiteri oggi
Enzo Bianchi
Edizioni Qiqajon, Magnano (Bi) 2014, pp. 154, € 9
Impegnato ormai da tempo a riflettere «sulla figura del presbitero, sulla sua identità e sul ministero da lui svolto» (p. 9), Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, ritorna nuovamente su questi temi toccando alcuni aspetti che ritiene «più decisivi da un punto di vista spirituale» e sui quali pensa «di poter dare, come monaco, un contributo specifico» (p. 8).
Si tratta, in effetti, di tre grandi capitoli della vita di un prete: la preghiera, il celibato e il cammino personale di santificazione. Ciascuno di questi temi è affrontato dapprima con una prospettiva ampia. L’A. intende innanzi tutto mettere in luce il senso e la rilevanza di queste pratiche per la vita di ogni cristiano, piuttosto che andare immediatamente a considerarne i riflessi nella vita di un prete. In questo modo le sue riflessioni, che molto si fondano sulla Bibbia e la patristica, si rilevano interessanti per qualunque credente, come quando tocca il tema della «fatica della preghiera» (p. 17).
Un quarto tema, preso in considerazione anche dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco, attiene invece più strettamente al ministero presbiterale ed è quello della predicazione. Al riguardo Bianchi ricorda che «nonostante il rinnovamento innescato dal Concilio Vaticano II, l’omelia continua a essere il punto su cui si fa fuoco da più parti» (p. 110). Tra le diverse suggestioni contenute nel libro è di certo centrale il richiamo biblico alla predicazione di Gesù in Luca 4,21. Le «parole di Gesù nella sinagoga di Nazaret contengono i tre elementi costitutivi di ogni omelia: la Scrittura, proclamata nell’oggi a una precisa assemblea» (p. 141). La fedeltà a questi elementi è allora considerata una via perché l’omelia posso assolvere al compito proprio di annunciare la buona notizia e proporre la conversione di vita.
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