Enigma
La strana vita di Alan Turing
Tuono Pettinato – Francesca Riccioni
Rizzoli,
Milano 2012,
pp. 128, € 16
«Tutto comincia da un
mattoncino. Il mattoncino
incontra altri mattoncini, e
assieme si combinano, uno
accanto all’altro. E formano
le cose. [...] Per una qualche
magia, tutti questi mattoncini
messi assieme danno
qualcosa di più grande della
somma delle singole parti.
Chissà se anche la vita di
una persona è fatta in questo
modo: una serie di mattoncini
che messi assieme
compongono una forma, uno
schema ordinato» (pp. 7-9).
A Bletchley Park, una residenza ottocentesca nella tranquilla
campagna inglese a poca distanza da Londra, si scrisse
una pagina importante della Seconda guerra mondiale. Non
fu il teatro di una battaglia, ma il luogo in cui le migliori menti
del Regno Unito furono convocate dal Governo per portare
avanti la guerra di intelligence contro il nazifascimo. Tra gli
scienziati presenti vi era anche il giovane matematico Alan
Turing, che spiccava tanto per le sue doti intellettuali quanto
per le sue stranezze. Il suo nome è legato in particolare a un
evento: il successo nella decriptazione dei messaggi usati per
le loro comunicazioni dai sottomarini tedeschi, che stavano
infliggendo notevoli perdite alle forze britanniche.
Il sistema di crittografia tedesco, fino ad allora impenetrabile
per gli alleati, si chiamava Enigma, nome che è stato scelto
da Tuono Pettinato e Francesca Riccioni come titolo per il
graphic novel che hanno dedicato ad Alan Turing. Il libro non
racconta solo gli anni gli anni della guerra, ma ci introduce a
varie tappe della sua breve vita. Il lettore segue così il giovane
Alan nelle scuole in cui studiò, interessato alle scienze più
che allo sport, i cui atteggiamenti troppo spontanei non si
adattavano alle regole del sistema educativo del suo tempo.
Lo ritrova brillante studente al King’s College e autore di un
importante articolo, in cui proponeva un approccio innovativo
alla matematica e introduceva il concetto di macchina automatica
applicata al calcolo. Questo lavoro gli valse un invito
negli Stati Uniti, a Princeton, e la possibilità di conoscere
alcune figure di spicco della scienza della sua generazione,
come John von Neumann, che ebbe un ruolo importante nello
sviluppo dell’informatica, o Albert Einstein. Sono anche narrate
le vicende ben più tristi degli anni ’50, quando Turing
fu condannato per omosessualità e costretto a scegliere tra
scontare due anni di carcere o sottoporsi a un trattamento di
castrazione chimica (su cui alla fine optò), fino al suicidio,
compiuto mangiando una mela avvelenata come nella fiaba di
Biancaneve, che era divenuta una sua ossessione dopo averne
visto la versione cinematografica di Disney.
Enigma non si limita però a presentare gli avvenimenti della
vita di Turing, ma fa scoprire il suo modo di ragionare,
unendo la forza comunicativa delle immagini, in cui i colori
accesi ritmano l’avanzare della storia, ai testi molto accurati.
In questo modo, entriamo nel mondo di Alan Turing, che da
bambino si interrogava sui mattoncini che compongono le
cose, e da adulto fu il precursore dell’informatica e dell’intelligenza
artificiale.
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