Ecoreati, piccole (e buone) notizie crescono

Chiara Tintori
A poco più di un anno dall'approvazione della legge sugli ecoreati (maggio 2015), qualche buona notizia sembra esserci. Nel Rapporto Ecomafie 2016 presentato ieri, 6 luglio, da Legambiente a Palazzo Madama, il business delle ecomafie risulta in calo: 19,1 miliardi di euro nel 2015 (-3 miliardi rispetto al 2014). Una diminuzione dovuta principalmente alla contrazione degli investimenti nelle opere pubbliche e per la gestione dei rifiuti urbani (guarda la nostra infografica), "tipici" investimenti a rischio di infiltrazioni malavitose.

Nel 2015 - si legge nel Rapporto - sono stati accertati 27.745 reati ambientali (in media 76 al giorno); sono stati 188 gli arresti e 24.623 le persone denunciate. Se sono in calo le infrazioni nel ciclo del cemento e dei rifiuti, crescono invece gli illeciti nella filiera agroalimentare, i reati contro gli animali e soprattutto gli incendi, con un aumento che sfiora il 49% rispetto all'anno precedente: il risultato è che sono andati in fumo più di 37mila ettari del nostro territorio (e del nostro futuro).

La lotta contro i reati ambientali ha bisogno di continuare a trovare una sponda legislativa. Ecco perché ci paiono almeno due le priorità: approvare quanto prima norme che semplifichino le procedure per l'abbattimento delle opere edilizie abusive e una legge ad hoc per tutelare le filiere agroalimentari. Le leggi da sole non bastano ma possono molto, specie nel prevenire comportamenti illeciti e nell'incentivare azioni virtuose.
7/7/2016
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