Economia circolare: un’occasione da non perdere

Chiara Tintori
Mancano una manciata di giorni alla chiusura della consultazione pubblica on line sul documento di inquadramento strategico “Verso un modello di economia circolare per l’Italia”. Il 18 settembre infatti è il termine ultimo perché chiunque, previa registrazione su una piattaforma on line messa a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, possa commentare il testo del documento, rispondere a un questionario sul tema, oppure raccontare la propria esperienza in materia.

Nel portale dedicato si legge che il documento «costituisce un tassello importante per l’attuazione della più ampia Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile, contribuendo in particolare alla definizione degli obiettivi dell’uso efficiente delle risorse e dei modelli di produzione e consumo sostenibile». Il tutto sulla scia degli impegni adottati dal nostro Paese nell’ambito dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile.

L’economia circolare presuppone un vero e proprio cambio di paradigma, perché non si tratta solo di puntare a un utilizzo più efficiente delle risorse, riducendo i rifiuti, quanto piuttosto a convertire il modo stesso di produrre, dunque impone cambiamenti molto radicali di cultura e relazioni sociali. Prima di tutto le imprese produttrici sono chiamate ad assumere una responsabilità sui loro prodotti, oltre la vendita, affinché una volta terminata la loro “vita utile”, la maggior componente possibile di essi venga recuperata e immessa in altri cicli produttivi, magari aumentando il proprio valore.

Ma l’economia circolare è una sfida anche per noi cittadini, perché possiamo contribuire a creare un ciclo continuo che possa garantire valore ai beni, oltre il loro utilizzo e al di là della proprietà degli stessi. Così sharing economy, bioeconomia, gestione avanzata dei rifiuti divengono tutti sinonimi dell’economia circolare. Un’economia che si richiami a una visione integrale, che non solo sappia rimettere in circolo energia e materia, ma sia in grado di creare reti e opportunità per una reale crescita collettiva. La consultazione pubblica può essere un’occasione preziosa per accelerare il processo di transizione verso l’economia circolare.


8 settembre 2017
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