In un’intervista rilasciata qualche
tempo fa, il noto cantautore Ultimo
ha affermato di non conoscere
suoi coetanei che votino o che
vadano in Chiesa. Fede e politica
appaiono accomunate nella percezione
di molti giovani come realtà
distanti e poco significative nella
loro vita. In realtà le cose possono
cambiare se di entrambe viene offerta
una diversa esperienza, che
esca dagli schemi triti ed esausti in
cui vengono ancora costrette.
Un’esperienza simile è stata
vissuta da un gruppo di ragazzi e
ragazze di varie estrazioni e studi,
accomunati dal desiderio di confronto
su temi di interesse sociale
e politico e accompagnati da don
Michele Pitino, responsabile della
pastorale vocazionale e universitaria
della diocesi di Como. Prendendo
spunto in particolare dall’Agenda
2030 dell’ONU e dai 17 Obiettivi
per lo sviluppo sostenibile, il gruppo,
che si è chiamato “Strade e pensieri
per domani”, ha cominciato a
incontrarsi online nel 2020, in pieno
lockdown, e ha proseguito poi in
presenza, interrogandosi su come
portare ad altri il frutto di un confronto
aperto e arricchente, che ha
anche rinsaldato un forte legame di
amicizia fra i partecipanti. Ne è nata
l’idea di pubblicare un libro, che
desse la possibilità non solo di testimoniare
il processo vissuto e i suoi
frutti, ma anche di includervi altri.
Le molte presentazioni del libro
organizzate in territorio lombardo
e non solo sono diventate l’occasione
per incontrare tante persone
e confrontarsi con loro sui temi
proposti, che vanno dall’educazione
allo sviluppo sostenibile e
alla comunicazione. Oltre ai singoli
temi, il testo vuole anche essere di
stimolo a una riflessione su come
fare politica oggi, ispirata, per scelta
consapevole e non scontata, ai
principi della dottrina sociale della Chiesa. Ci si sofferma in particolare
sulle caratteristiche di una buona
politica, su come promuovere
una nuova passione partecipativa
contro la narrativa populista e antipolitica,
e si riflette anche sullo
stile necessario per cambiare la
sostanza della politica, che dovrà
necessariamente essere aperto,
dialogico, non violento, attento a
cogliere la complessità del reale,
caratterizzato da uno sguardo attento
alla realtà locale e al tempo
stesso aperto al mondo, e rivolto
dal basso, dalla prospettiva dei più
poveri. Tali riflessioni, potenzialmente
molto teoriche, esprimono
invece tutta la concretezza del
dialogo e del confronto che le ha
generate, come testimonia la stessa
stesura “corale” del testo, che si
presenta nel suo complesso come
un’opera scritta a più mani, in cui
nessuna voce particolare ha preso
il sopravvento.
Al di là della bontà dei contenuti
e delle soluzioni proposte, è il processo
che ha portato al confronto e
alla scrittura che può offrire al lettore
una metodologia interessante
per riappassionarsi insieme ad altri
alla politica e, crediamo, anche per
crescere nella propria fede