Dreamwork China. I sogni dei giovani operai cinesi
Tommaso Facchin e Ivan Franceschini
Italia-Cina 2011, www.dreamworkchina.tv, 56'
Sulla Cina «fabbrica del mondo» che produce componenti
per l’high-tech globale sono innumerevoli le analisi, soprattutto
economiche. Sulle condizioni degli operai che sono
alla base di quel miracolo industriale si discute, ma raramente
si ascolta chi lavora negli stabilimenti.
Dreamwork China, un
reportage indipendente realizzato nel 2011, racconta, invece,
attraverso interviste, la vita e i sogni di alcuni lavoratori di
Shenzen, metropoli del Guangdong sorta in pochi anni intorno
agli stabilimenti di uno dei poli dello sviluppo cinese.
Il film raccoglie una carrellata di ritratti, perlopiù giovani operai
della Foxconn, produttrice di componenti della Apple, in particolare
per iPhone. Invitati in uno studio fotografico nei pressi
di uno stabilimento, in cui è vietato accedere con le telecamere,
descrivono una vita lavorativa dura, in un ambiente spesso
alienante. Provengono dai villaggi della Cina interna, vivono
in quartieri dormitorio dove alloggiano centinaia di migliaia di
persone. «Quest’anno alla Foxconn ci sono stati molti suicidi
– racconta un ragazzo mentre scorrono immagini dei palazzi
dotati di reti di protezione –. I suicidi non sono stati tutti in
relazione con la fabbrica, molti avevano problemi sentimentali
e si sono buttati di sotto per delusioni amorose».
Emerge, dalle parole degli intervistati, un senso di spaesamento,
la lontananza dalla famiglia, i problemi della precarietà
economica, ma anche forte motivazione. Sono desiderosi di
riscatto, hanno progetti per il futuro, il matrimonio, l’apertura di
una attività indipendente. E per il lavoro in una grande azienda,
nonostante tutto, sanno che può esserci forte competizione.
Circa un’ora di riprese sono il frutto di mesi di lavoro. Tommaso
Facchin, documentarista e traduttore, che ha curato riprese,
scrittura e montaggio, e Ivan Franceschini, ricercatore dell’Università
Ca’ Foscari di Venezia, attivo in Cina dal 2006 dove si
è occupato a lungo dei temi del lavoro, danno voce a persone
che raramente si ascoltano e sollevano indirettamente domande
sul modello di sviluppo, le sue luci e le sue ombre.
L’intenzione degli AA. è stata di andare oltre certe polemiche
sulle condizioni di lavoro in determinate aziende, per avere
una visione di insieme. Una questione di fondo è se sia in atto,
nelle nuove generazioni, una presa di coscienza della propria
situazione che possa accompagnare una trasformazione delle
condizioni di lavoro. Alcuni hanno turni di dodici ore, non hanno
ferie o permessi. Una parte del documentario è dedicata a
capire come operano persone attive nelle organizzazioni della
società civile che aiutano i lavoratori (compresi quelli espulsi
perché malati o invalidi) a conoscere meglio i propri diritti. Ma
emerge anche la determinazione di questi ventenni, desiderosi
di ritagliarsi un posto nella società, una dimensione di «ottimismo
» che in Occidente per molti è scomparsa. Dreamwork
China conferma la complessità che si affronta nell’osservare la
Cina, una realtà che respinge le interpretazioni semplicistiche
e le contrapposizioni nette.
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