«La radice domestica di una politica nonviolenta»: così s’intitola un paragrafo del
messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace, che ricorre ogni anno il 1° gennaio. Siamo al 50° e quest’anno Bergoglio ci invita alla nonviolenza come stile di una politica di pace: «che siano la carità e la nonviolenza a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali».
E il primo luogo dove percorrere il sentiero della nonviolenza è la famiglia. Eppure talvolta questo sentiero si fa impervio, se non impraticabile, quando la violenza inquina le relazioni domestiche. Continua Papa Francesco nel discorso: «Con uguale urgenza supplico che si arrestino la violenza domestica e gli abusi su donne e bambini». In Italia dal 1° gennaio al 1° dicembre 2016 sono state 116 le vittime di femminicidio; negli ultimi dieci anni le donne uccise sono state 1.740: il 72% in famiglia, e 846 di queste (il 68%) all'interno della coppia.
Anche il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’ultima Giornata mondiale contro la violenza sulle donne (25 novembre) ha affermato che non possiamo rassegnarci, sottolineando che «la violenza, l'abuso, usati come strumento di imposizione, sopraffazione, sono il volto di una visione primordiale dei rapporti tra le persone che va contrastata anzitutto da parte della comunità».
Una visione primordiale che prende forma quotidianamente in linguaggi e comportamenti violenti e prevaricanti: come rompere stereotipi e pregiudizi che li giustificano? Quali strumenti fornire ai nostri ragazzi affinché imparino e rispettino la differenza di genere, maturando una feconda reciprocità, dalla famiglia alla scuola, dalle società sportive ai luoghi di lavoro? È tempo di prendersi le proprie responsabilità, di scegliere la nonviolenza a cominciare dal linguaggio, che incattivisce e contribuisce a creare un clima che divide e mette a repentaglio i legami sociali.
Aprivo il 2016 su questo stesso blog con l’auspicio che imparassimo a vivere la diversità e l’alterità anche tra uomini e donne. L’augurio è che il 2017 possa essere un anno nonviolento, proprio perché più umano, autenticamente maschile e femminile.