Deficit democratici

Cosa manca ai sistemi politici, alle istituzioni e ai leader

Gianfranco Pasquino
Università Bocconi Editore, Milano 2018, pp. 146, € 16,50
Scheda di: 
Fascicolo: ottobre 2018

Nessuna democrazia è in grado di evitare momentanei deficit decisionali e di rappresentanza, ma tutte dispongono di strumenti idonei all’apprendimento e all’autocorrezione. Può essere questa l’estrema sintesi del volume di Gianfranco Pasquino, noto politologo italiano, nonché allievo di Norberto Bobbio e Giovanni Sartori. Attraverso agili capitoli che attingono anche all’esperienze di altre democrazie contemporanee e una scrittura dallo stile divulgativo, l’A. indaga dove si annidano i deficit nell’esercizio del potere politico e, con potenziale stupore del lettore, anche nelle associazioni civili. Quindi, oltre a rappresentanti irresponsabili e governanti incompetenti, a istituzioni chiuse e autoreferenziali, a leggi elettorali “blindate”, che impediscono di scegliere chi eleggere, a elettori che si astengono, si riscontrano deficit democratici anche in un pluralismo associativo, in cui prevalgono gli interessi esclusivi di corporazioni che ostacolano la crescita del dibattito pubblico e alla lunga il bene comune.

Sono i cittadini che fanno la differenza nei regimi democratici: «una comunità politica nella quale, per qualsiasi ragione, predominino il disinteresse per la politica, la scarsa informazione sui fenomeni e gli attori politici, una comunità in cui la partecipazione sia limitata e saltuaria e la maggioranza dei cittadini ritenga di non avere nessuna influenza politica, è ovviamente parte del problema “deficit democratico” e non della sua soluzione» (p. 50).



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