Cattolici senza partito?

Giorgio Merlo
Edizioni Lavoro, Roma 2017, pp. 110, € 13
Scheda di: 
Fascicolo: marzo 2018

Il tema relativo a quale ruolo debbano avere i cattolici in politica torna sempre al centro del dibattito quando si avvicina una scadenza elettorale, soprattutto dal momento in cui è terminata l’esperienza dell’unità partitica del cattolicesimo italiano. Rifondare, quindi, un nuovo partito di ispirazione cristiana? Organizzare correnti strutturate all’interno dei partiti? Oppure continuare a garantire una partecipazione nella società civile senza porsi il problema di una rinnovata presenza nella politica? Queste sono alcune delle domande a cui risponde il libro di Merlo, che prova a ridare senso e a riqualificare una presenza fondamentale all’interno della società italiana.

Nonostante la crescente secolarizzazione, Merlo è convinto che il fermento del cristianesimo sia necessario e imprescindibile per la costruzione di una società più umana, più giusta e più solidale.

Usando le parole di Aldo Moro «il senso del “non appagamento” del cristiano in politica continua ad avere una bruciante modernità e attualità, soprattutto in un contesto culturale profondamente laicizzato» (p. 26). Le idee e i principi del cattolicesimo democratico «servono come il pane» all’Italia di oggi, innanzitutto per aiutare e sostenere un processo di riaggregazione capace di ricomporre un tessuto sociale disperso e frantumato, poi per rilanciare i partiti, per salvare la democrazia e ridare fiducia alle istituzioni.

«L’Italia – scrive Merlo – non è pensabile al di fuori della sfera di influenza del cattolicesimo» (p. 64). Tre sono gli ambiti che l’A. indica come irrinunciabili per una nuova stagione di impegno: la politica internazionale (a favore della pace e della lotta alla povertà e al sottosviluppo), la giustizia sociale, la famiglia (nei suoi valori di stabilità e di solidarietà). Serve coraggio, creatività e voglia di impegnarsi, così come la bussola del Concilio indica ai fedeli laici desiderosi di mettersi in gioco all’interno della società per essere «il sale della terra e la luce del mondo». La strada mostrata dall’A. è quella di essere minoranza attiva e propositiva, consapevole di essere portatrice di valori condivisi da molti. Insomma, per dirla con Mino Martinazzoli, «l’unità politica dei cattolici non è mai stato un dogma. Come, del resto, non lo è mai stato neanche la diaspora» (p. 109).

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