Buccinasco
La 'ndrangheta al nord
N. dalla Chiesa – M. Panzarasa
Einaudi, Torino 2012, pp. 246, € 18
Come è potuto accadere che la ’ndrangheta sia penetrata nella civile e industriosa Lombardia? Questa domanda scandisce il racconto di una storia esemplare, quella dell’incontro «tra Milano e la Calabria, più esattamente tra l’hinterland sud di Milano e Platì» (p. 24). Una storia iniziata nel secondo dopoguerra, quando «tra le file degli immigrati che partivano c’erano anche i malavitosi o i loro figli e nipoti» (p. 50). Tra gli anni ’60 e ’70 alcuni di questi, provenienti da Platì, cittadina della provincia di Reggio Calabria, si trasferirono a Buccinasco, a sud di Milano, dando vita nel tempo a una potente organizzazione criminale che esercitò un controllo indiscusso sul territorio e sulle attività economiche della zona. «Tutti gli ingredienti della grande avanzata dell’esercito “brulicante e operoso”» (p. 202) della malavita sono presenti in questa vicenda: il forte legame con la Calabria, il mimetizzarsi nei flussi migratori, il ricorso ai sequestri di persona per cementare alleanze con altri clan e per recuperare risorse finanziarie, il passaggio al più redditizio traffico di droga negli anni ’80, il riciclaggio di denaro in aziende “legali” nel campo dell’edilizia o della ristorazione negli ultimi decenni, la creazione di «un’efficace forma di cooperazione con imprenditori e uomini politici» (p. 201).
Il racconto di questa storia esemplare, basato su atti processuali e studi sociologici di comunità, cerca di spiegare che «nulla accade per caso» (p. VIII), smentendo quei luoghi comuni che possono far sottostimare la reale portata dei fenomeni malavitosi e del loro sviluppo.
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