Architetture dell’azzardo

Progettare il gioco, costruire la dipendenza

Natasha Dow Schüll
A cura di Marco Dotti e Marcello Esposito – Luca Sossella Editore, Bologna 2015, pp. 366, € 18
Scheda di: 
Fascicolo: novembre 2016

Sappiamo che il fenomeno del gioco d’azzardo è qualcosa di rilevante, sia economicamente che socialmente: un giro d’affari di miliardi – con un significativo gettito fiscale per l’erario – e un numero sempre crescente di persone coinvolte, spesso in maniera compulsiva. Intuiamo pure come la sua regolamentazione non sia cosa facile. Pochi però hanno occasione di conoscere più profondamente questo specifico comparto dell’industria e di riflettere sui meccanismi che producono e commercializzano i suoi prodotti. Meccanismi complessi – frutto di molteplici ed elevate professionalità – studiati per fidelizzare (catturare?) un numero rilevante di persone, massimizzandone il “profitto continuato”.

Il libro di Natasha Dow Schüll ci permette un viaggio riflessivo nel mondo dell’azzardo e, pur rimanendo focalizzato sul solo comparto delle slot machines, offre materiale utile per comprendere l’intero fenomeno del gioco. Il lavoro risulta ben argomentato, lineare nello sviluppo e completo nell’analisi, toccando sia i temi dell’offerta (studio della clientela, architettura degli ambienti e delle macchine, evoluzione degli algoritmi di gioco, ecc.) che della domanda (richieste, vissuti e storie dei giocatori). Interessante è l’intuizione che guida la ricerca: una concezione relazionale della dipendenza (il problema – e la soluzione – non sono né nella sola persona che gioca, né nella macchina); di particolare stimolo sono le riflessioni che l’A. sviluppa in un discorso sempre di ampio respiro, in particolare quelle relative alle nostre relazioni con la tecnologia e con la precarietà, che il fenomeno del gioco ci permette di osservare in una luce nuova.

La “zona” che inghiotte i giocatori compulsivi e la precarietà controllata con cui essi continuano a sfidare la sorte non sono solo aberrazioni proprie del gioco, ma fenomeni generati da dinamiche tipiche della nostra società contemporanea che possono interessare ciascuno di noi.

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