Anno Santo

Un’“invenzione” spettacolare

Giovanni Miccoli
Carocci, Roma 2015, pp. 142, € 12
Scheda di: 
Fascicolo: gennaio 2016
Nella storia della Chiesa cattolica il Giubileo rappresenta una tradizione collaudata, con alcuni tratti fortemente marcati che si sono ripetuti nei numerosi Anni Santi: dal primo, voluto nel 1300 da Bonifacio VIII, fino a quello indetto da Giovanni Paolo II nel 2000. Come va interpretata la scelta di uno strumento così tradizionale fatta da un pontefice per molti aspetti tutt’altro che tradizionale, quale è Jorge Mario Bergoglio? È questa la domanda di fondo che ispira il nuovo saggio di Giovanni Miccoli, professore emerito di Storia della Chiesa nell’Università di Trieste, attento osservatore, in particolare, delle dinamiche ecclesiali post-conciliari.

Dopo una rassegna, rapida ma per nulla superficiale, delle caratteristiche unificanti dei Giubilei – ad esempio la centralità di Roma, le pratiche devozionali connesse all’evento, l’insistenza sull’Anno Santo come occasione per un ritorno all’obbedienza dei dissidenti che avevano abbandonato la Chiesa –, nella seconda parte l’Autore evidenzia le peculiarità dell’indizione giubilare di papa Francesco, analizzando sia l’annuncio a sorpresa fatto il 13 marzo 2015, sia la bolla di indizione Misericordiae vultus, sia, infine, le linee generali del pontificato in cui tale decisione si inserisce. «Si capisce allora – scrive Miccoli nelle righe conclusive – il perché profondo di un Anno Santo da celebrare in tutte le diocesi e in tutti i santuari della cristianità, avendo come idea guida la riscoperta della misericordia come espressione suprema della vita e del messaggio di Cristo […]. Un Anno Santo così concepito […] apre la strada alla realizzazione di una grande riforma individuale e collettiva» (p. 134).








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